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L'intervista di Zio Forty



Intervista realizzata da Valentina Intervista realizzata da Valentina

Abbiamo intervistato Zio Forty!

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Ciao Zio Forty, raccontaci...


Cosa ti ha spinto ad aprire il tuo blog ?


Spesso i bei momenti a tavola trascorsi con i cari famigliari o con gli amici sono solo affidati alla capacità evocativa della memoria e presto tendono a svanire, nostro malgrado. Ho pensato allora che un blog potesse essere un luogo per raccogliere il ricordo e la traccia di esperienze culinarie condivise in famiglia e con amici. Coerentemente con tale finalità, il mio blog non intende dispensare lezioni culinarie nè consigli gastronomici. E' piuttosto un luogo di libero accesso dove archiviare e descrivere le ricette delle pietanze da me preparate con i miei cari o per gli amici, più o meno intimi, per i colleghi o gli ospiti che spesso mi omaggiano della loro compagnia e siedono al tavolo di casa mia, rendendomi partecipe della loro vita.

Come è cominciata la tua storia d'amore con la cucina ?


Sono nato e cresciuto in una famiglia all'antica, atavicamente legata alle tradizioni buone della terra siciliana e, tra queste, l'attenzione per il prodotto genuino e l'arte del cucinare mi hanno avvolto sin dalla più tenera infanzia.
I miei ricordi sono legati a grandi cucine, spaziose e luminose, piastrellate di ceramiche siciliane, bianche e blu cobalto, con tavoli possenti al centro....e poi odori, fragranze e colori pastello di prodotti della terra appena colti e di carni succulente provenienti da animali allevati naturalmente ed il cui sacrificio per la nostra tavola veniva ritualmente vissuto con religiosa pietà e sincera gratitudine.
I miei genitori, Antonino e Maria Angela, ai fornelli sono un'immagine ricorrente nella mia memoria dei tempi trascorsi. Io li osservavo in silenzio ed estasiato, rapito dalla maestria con cui realizzavano i piatti della tradizione siciliana. Oggi, provo sommessamente a mettere a frutto anni di osservazione "culinaria", e mi piace cucinare per gli amici, perchè credo che a tavola si perdano le inibizioni e l'intimità sia finalmente condivisa senza riserve.

Come definiresti la tua cucina ?


Tradizionale, generosa e saporita, appassionata ed amorevole.

Qual è il tuo « ingrediente segreto » in cucina ?


A parte la passione e la creatività che aiutano nella ricerca di equilibrati ed originali accostamenti di sapori, non ho ingredienti segreti in cucina. L'unico ingrediente segreto che ancora cerco è quello che manca alla mia vita. Ma credo che quello lo cercheremo tutti all'infinito. Fa parte della condizione umana.

Qual è la più bella esperienza che hai fatto grazie al tuo blog ?


Il Blog è una piazza virtuale, in fondo. Uno spazio aperto dove chiunque può entrare e passeggiare. Ecco, in questa piazza senza luogo e materia, l'esperienza più inaspettata e piacevole è stata quella di essere contattato da persone sconosciute e di poter intessere con loro interessanti e significative relazioni di amicizia o di semplice confronto su una comune passione, la cucina. Non sempre è vero insomma che il virtuale impediscE la socializzazione!

La cucina siciliana ti ispira, quale piatto classico meriterebbe di essere riportato in auge ?


Non ho dubbi, da buon siciliano, sono convinto che uno dei piatti classici che occorre rivalutare è lo spiedino di braciole alla messinese. Per braciola in qualunque luogo d'Italia si intende la costoletta di maiale o qualsiasi altro tipo di carne arrostita. In Sicilia che in fondo è un altro continente ed a Messina in particolare, se andate in un ristorante, attenti ad ordinare le braciole...perchè vi serviranno uno spiedino con infilzati una serie di appetitosi involtini ripieni di mollica di pane condita e speziata, cotti alla brace (donde il nome "braciole").
Si tratta di un piatto semplicissimo da comporre e come tutte le pietanze della tradizione poco elaborate il sapore è letteramente travolgente. Siete curiosi vero? Volete conoscere la ricetta? Visitate allora il mio blog

Qual è l'utensile culinario o l'ingrediente dal quale non ti separeresti mai ?


L'utensile che più amo è la padella. La sua versatilità consente di fare di tutto, anche di cuocervi la pasta e tirarla a "risotto"! L'ingrediente invece da cui non mi separerei mai è l'aglio. Gli antichi Romani lasciavano mangiare l’aglio ai plebei ed alla infima gente; Alfonso re di Castiglia tanto l’odiava da infliggere una punizione a chi fosse comparso a Corte col puzzo dell’aglio in bocca. Io invece sono come gli antichi Egizi che addirittura adoravano l'aglio in forma di nume, forse perché ne avevano sperimentate le virtù medicinali. Comunque nessuno mi convincerà del contrario: l'aglio garantisce gusto e personalità alle pietanze. L'importante è non cuocerlo troppo sennò il sapore non sarà per nulla gradevole. Sull'aglio si misura la vera capacità culinaria.

Qual è stata la tua più grande sfida culinaria ?


La mia più grande sfida culinaria è stata quella di cucinare con il maestro Chef Pasquale Torrente nella nota trasmissione "Questo l'ho fatto io" su Gambero Rosso Channel e di ricevere un bel 10 alla ricetta che ho preparato in diretta: Polpette di melanzane alla mentuccia su salsa in agrodolce speziata. Ne sono ancora soddisfatto.

Per te cucinare è....


Cucinare è un raccontarsi senza riserve; è mettersi al servizio degli altri, condividendo momenti di intimità genuina quali quelli che solo a tavola possono sinceramente apprezzarsi. Il grande Savarin nella Fisiologia del Gusto edito nel 1825 scrisse che invitare qualcuno a pranzo vuol dire incaricarsi della felicità di questa persona durante le ore che egli passa sotto il nostro tetto. E' vero, lo sottoscrivo.

Un'ultima parola o un messaggio per i nostri lettori ?


Non voglio apparire un citazionista ma mi piacerebbe concludere questa intervista, oltre che ringraziandovi per l'attenzione e la pazienza usatemi, ricordando ai lettori che Pellegrino Artusi, maestro irraggiungibile di tutti gli amanti della buona cucina, era solito dire che se non si ha la pretesa di diventare un cuoco di baldacchino non è necessario per riuscire in cucina, di nascere con una "cazzaruola" in capo, basta la passione, molta attenzione, l'essere precisi e scegliere sempre per materia prima il prodotto migliore perchè è questo che fa figurare. (La scienza in cucina e l'arte di mangiare bene, 1881). Con queste premesse, direi che possiamo tutti provarci, o no?



Grazie Zio Forty per aver risposto alle nostre domande. A presto!
Articolo Pubblicato da Valentina - 12/11/2013



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