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L'intervista di Marianna Colantoni



Intervista realizzata da Federica Intervista realizzata da Federica

Abbiamo intervistato Marianna Colantoni!

Visita il blog: La macchiarola.


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Ciao Marianna Colantoni, raccontaci...


Cosa ti ha spinto ad aprire il tuo blog ?


La mia passione viscerale per il mondo della gastronomia e per tutto ciò che è digitale - nella vita mi occupo di Digital Communication - ecco qui che nasce questa avventura in cui posso mettere alla prova sia la “me ai fornelli” che la “me digitale”.

Come è cominciata la tua storia d'amore con la cucina ?


Dicono mi scorra nelle vene...nel vero senso della parola perché il mio bisnonno paterno era un cuoco. In generale, fin da piccola mi piaceva sperimentare o coccolare la mia famiglia alzandomi prima di tutti per preparare loro una bella colazione. A volte facevo anche danni, come quando avevo 8 anni. C'erano ancora le stufe a gas e io non ero praticissima nell'usare il forno...sapete com'è! Così, per fare una sorpresa ai miei, avevo preparato un pasticcio, ma non sapendo avviare la fiamma pilota del forno, lo feci esplodere! Il pasticcio, dunque, mi riuscì davvero bene anche se non commestibile e, per fortuna, senza feriti :)

Come definiresti la tua cucina ?


Consapevole. Sono molto attenta alla provenienza delle materie prime e alla stagionalità dei prodotti.
Tradizionale, ma in modo originale nel senso che amo scoprire i prodotti di qualità della mia terra e raccontarli in ricette dal sapore tradizionale, ma con contaminazioni straniere che derivano dalle esperienze all'estero che ho fatto. Inoltre, amo tutto ciò che è fatto in casa: impastare, conservare, ammassare, comporre, impacchettare, immaginare e infine realizzare, sperimentare cose nuove e…potrei continuare all’infinito

Perché hai scelto il nome "La macchiarola" come titolo del tuo blog?


La Macchiarola è il soprannome di una gentile signora che fa parte dei miei ricordi di bambina.
Questa donna dagli occhi azzurri, i capelli scuri raccolti sempre dietro la nuca, aveva un piccolo alimentari nel vicolo dove è cresciuto mio padre, ovvero a Villa Grande di Tornimparte, un paesino d’Abruzzo in provincia dell’Aquila in cui
io, mio padre e mio fratello, andavamo almeno 2 volte al mese e lei era sempre lì, sorridente, che accoglieva noi bambini con quel suo rasserenante sorriso.
Il ricordo più bello che ho, è fatto di tanti odori, ovvero quelli delle tante cose esposte sugli scaffali di legno e sul bancone di questa che, per me resterà, la bottega delle meraviglie: pane, pasta, salumi, formaggi, dolciumi…era tutto lì dentro, a portata di mano e lei, La Macchiarola, era l’anima che faceva prendere vita a tutte quelle golosità che, puntualmente, finivano nelle mie mani.

Qual è la più bella esperienza che hai fatto grazie al tuo blog?


Il mio blog è molto giovane ancora (a novembre di quest'anno compirà 1 anno) ma mi ha già regalato diverse esperienze belle e intense. Una su tutte è stata "Leguminosa, assaggi dalla Terra delle Baronie e vini lontani" evento organizzato dall'associazione DinamicheBio di cui sono fiera di far parte. Grazie a questa esperienza ho messo davvero alla prova le mie capacità, cucinando per 60 persone e nella cucina di un vero ristorante.
Un'altra bella esperienza è stata la mia prima cooking class organizzata presso la country house Casale Centurione a Manoppello dove ho incontrato tante belle persone, in primis la padrona di casa Giulia, che pur non essendo abruzzese, ha sposato ciò che di meraviglioso c'è da noi promuovendolo ogni giorno.
In generale, ciò che mi emoziona di più da quando ho il blog, è quello di incontrare persone fantastiche con le quali condividere interessi, desideri e, perché no, anche sogni e progetti che non restano solo nel cassetto, ma che anzi, prendono vita! Ed è proprio quello che stiamo facendo io, Laura (di Essenza di Vaniglia) e Claudia (di Fornelli di Salvataggio) e un bel gruppetto di blogger abruzzesi, ma non posso dire oltre, solo di tenervi pronti :)

Marianna, sei una abruzzese DOC. Come influisce la tradizione culinaria della tua regione sul tuo modo di cucinare? Puoi consigliarci una ricetta capace di rappresentare la cucina abruzzese?


Come detto, la tradizione entra nella mia cucina grazie all'uso di prodotti che rendono unica l'appartenenza al territorio abruzzese, in particolare a quello montano e, a lavorazioni tipiche di prodotti da forno come il pane casereccio fatto con la farina di solina, ottenuta dalla macinazione di un grano tenero dalle eccellenti proprietà coltivato solo in alcuni comuni montani della provincia dell'Aquila e prettamente localizzati all'interno del territorio del Parco Nazionale del Gran Sasso. Se imparerete a conoscerlo, vi assicuro che non lo lascerete più! E potrete farci anche delle ottime sagnette ai fagioli a pisello che vi lascio di seguito.
Per 6 persone: 300 gr di farina di solina, acqua q.b., 300 gr di fagioli a pisello (piccoli, bianchi e tondeggianti) secchi messi in ammollo dalla sera prima, sale q.b. 500 gr di pomodori a pera, 4 cucchiai di olio evo, 1 cipolla , 2 carote, 1 gambo di sedano.
Prepariamo la pasta mescolando la farina con l'acqua e il sale. L'impasto dovrà risultare morbido ed elestico. Preparare le "sagnette" aiutandoci con lo stendipasta. Dovranno essere strette e lunghe 5 cm circa.
Lessiamo i fagioli in acqua salata insieme alla cipolla, al sedano e alle caroto. Scoliamo e teniamo da parte l'acqua di cottura.
Prepariamo una salsa con l'olio evo, i pomodori a pera in parte passati e in parte a pezzetti e far cuocere per 10 minuti. Aggiungiamo i fagioli (frullandone un piccola parte con l'acqua di cottura) e lasciamo insaporire per 5 minuti a fuoco baso. Regoliamo di sale e di densità con l'acqua di cottura dei fagioli. Infine lessiamo per pochi minuti le sagnette con la restante acqua di cottura dei fagioli, scoliamo, condiamo e serviamo con olio a filo crudo e del peperoncino fresco.

Qual é il tuo sogno cucinario nel cassetto?


Il mio sogno è quello di poter avviare un qualcosa dove il cucinare aggiunga ai suoi valori tradizionalmente noti, anche altri significati importanti, ovvero quello della consapevolezza e della conoscenza non solo dei prodotti, ma anche di chi, con il proprio duro e affascinante lavoro, ci permette di goderne.
Un qualcosa in mente ce l'ho e ci sto già lavorando, perciò stay tuned!

Qual è stata la tua più grande sfida culinaria ?


Sicuramente mia sfida più grande è con la pasticceria perché richiede molta pratica, attenzione e precisione costanti. Ho ancora moltissimo da imparare e, direi, per fortuna!

Per te cucinare è....


Creatività, scoperta e riscoperta, rinascita e, ovviamente, passione!

Un'ultima parola o un messaggio per i nostri lettori ?


Sul mio blog non parlo solo di cucina e di ricette, ma anche di tradizioni, cultura e territorio consigliando luoghi da visitare ed eventi / visite guidate / escursioni a cui poter partecipare perché girando mi sono resa conto che dell'Abruzzo e degli abruzzesi si conosce ancora molto, ma molto poco e invece, è una terra che merita! E, per ringraziarvi di aver letto fino alla fine, vi lascio con questo meraviglioso passaggio tratto da una lettera di Ennio Flaiano: "Adesso che mi ci fai pensare, mi domando anch'io che cosa ho conservato di abruzzese e debbo dire, ahimè, tutto; cioè l'orgoglio di esserlo che mi riviene in gola quando meno me l'aspetto [...] Tra i dati positivi della mia eredità abruzzese metto anche la tolleranza, la pietà cristiana (nelle campagne un uomo è ancora 'nu cristiane?), la benevolenza dell'umore, la semplicità, la franchezza nelle amicizie; e cioè quel sempre fermarmi alla prima impressione e non cambiare poi il giudizio sulle persone, accettandole come sono, riconoscendo i loro difetti come miei, anzi nei loro difetti i miei. Quel senso ospitale che è in noi, un po' dovuto alla conformazione di una terra isolata, diciamo addirittura un'isola [...] un'isola schiacciata tra un mare esemplare e due montagne che non è possibile ignorare, monumentali e libere [...] Bisogna prenderci come siamo, gente rimasta di confine (a quale stato o nazione? O, forse, a quale tempo?), con una sola morale: il lavoro. E con le nostre Madonne vestite a lutto e le sette spade dei sette dolori ben confitte nel seno. Amico, dell'Abruzzo conosco poco, quel poco che ho nel sangue."



Grazie Marianna Colantoni per aver risposto alle nostre domande. A presto!
Articolo Pubblicato da Federica - 28/07/2014



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