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L'intervista di Marcello Forcina



Intervista realizzata da Federica Intervista realizzata da Federica

Abbiamo intervistato Marcello Forcina!

Visita il blog: La psicologia della frolla.


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Ciao Marcello Forcina, raccontaci...


Cosa ti ha spinto ad aprire il tuo blog ?


Sono un gastro-fighettino, nel senso più buono e onesto del termine. Chi mi conosce lo sa: ai fornelli, a tavola e nei viaggi enogastronomici sono sempre a mio agio... e non posso fare a meno di condividerlo. Scrivere sul blog non è troppo diverso da cucinare per gli amici, cenare fuori scambiando opinioni su piatti e servizio, fare domande a chi lavora in cucina, disquisire sulle ultime novità gastronomiche. Nell'epoca dei Social Networks (e per me che ne ho fatto un lavoro è una riflessione inevitabile) "se non ne parli godi solo a metà". Però le foto su Twitter le carico solo dopo aver mangiato... ;)

Come è cominciata la tua storia d'amore con la cucina ?


È un idillio nato con la complicità della mamma e delle nonne. In fondo è sempre merito loro! Nelle case che ho frequentato e amato da piccolo la cucina è sempre stata il centro della vita domestica. E profumava di buono a ogni ora. Quel buono autentico che continuo a cercare nelle botteghe agli angoli delle strade, nei ristoranti stellati, nei viaggi (sempre troppo pochi, lo ammetto) in Italia e all'estero, in eventi, mercatini e supermercati. Ho la fortuna di essere circondato da persone che condividono con me questa passione e da qualche addetto ai lavori da cui non smetto mai di imparare. Il passaggio da una parte all'altra della tavola è stato spontaneo. Ho cominciato con i dolci, poi i primi piatti, quindi gli antipasti e i finger food. Sorvolo sui secondi, soprattutto di pesce: sono ancora inesperto.

Come definiresti la tua cucina ?


Curiosa, passionale e senza fretta. Adoro i comfort food, ma navigo con piacere anche in acque non esplorate. Mi piace approfondire tutti i dettagli: la qualità e originalità delle materie prime, i profumi, l'estetica del piatto, le contaminazioni tra culture e identità culinarie. Lo faccio automaticamente, anche quando ho fretta. Sostengo che persino la più triste delle schiscette per la pausa pranzo meriti una spolverata di sale rosso delle hawaii.

Tra lo scrivere di cucina e cucinare cosa preferiresti fare e perché?


Sono due fasi diverse e ho bisogno visceralmente di entrambe. Ammetto però di sentirmi maggiormente affine alla scrittura: è il mio sogno più importante e, in qualche modo, l'origine e la fine di tutti i miei progetti.

Qual è la più bella esperienza che hai fatto grazie al tuo blog ?


Tempo fa, mentre ero in vacanza, ho gustato una cena deliziosa in un ristorante stellato. Al rientro ho scritto una recensione piena di apprezzamenti sul mio blog. Nonostante lo avessi appena aperto, ho "osato" comunque segnalare l'articolo via mail allo chef. Qualche settimana dopo, mi trovavo a Roma a un evento food. Al termine di uno show cooking sono andato a complimentarmi con un altro chef e, tra le varie cose, gli ho detto che avevo appena aperto un mio blog. Mi emoziona ancora ricordare che già conosceva il mio nome e cognome avendo letto l'articolo, prontamente segnalato dal collega.

Hai scritto un romanzo intitolato "La psicologia della frolla". Puoi dirci brevemente di cosa parla, senza rivelarci tutti i segreti del libro?


È una storia romantica e ironica ambientata in una Roma vivace, che si sveglia con la neve e accompagna la vicenda fino a dopo l'estate. La protagonista è la chef di una pasticceria di quartiere. Si chiama Beatrice e il giorno in cui il suo cuore inizia a battere per un ragazzo, si trova dopo anni a fronteggiare il suo più grande incubo, trascinato nel presente dalla sua insopportabile sorella Emma. La struttura del romanzo è la cosa a cui tengo di più: ogni capitolo contiene la ricetta di un diverso tipo di pasta frolla, che per consistenza, origine, usi e profumi si impasta alla storia, la influenza e ne racconta gli sviluppi.

Hai dedicato un articolo del tuo blog allo street food. Cosa ne pensi di questa nuova moda culinaria?


Mi va di pensare che non sia solo una moda. Le mode sono concetti effimeri e transitori, privi di ottica a lungo termine. Lavoro nel marketing, quindi mi sono ben chiare le logiche di mercato. Adesso tira lo street food: tutti a fare street food. Ho avuto modo di appurare che molti esempi di street food romano siano nati con una progettualità più autentica e genuina. Ricerca e qualità non possono restare prerogativa della ristorazione di alto livello, altrimenti si genera uno scollamento troppo ampio tra cultura del cibo e pane quotidiano.

Qual è stata la tua più grande sfida culinaria ?


Il pan di spagna della nonna. Le prime volte mi sono avvicinato a questa ricetta con una sorta di timore reverenziale. Poi nonna mi ha prestato la sua frusta di metallo storica (un reperto che ha più anni di me) e mi sono fatto coraggio. È stato subito un successo e da allora mi è sempre venuto perfetto, come in un patto non detto con zucchero, uova e farina. È di fatto l'unica ricetta su cui non sono disposto a sperimentare. Spero nonna non rivoglia mai indietro la sua frusta! ;)

Per te cucinare è....


Un rito catartico, con gli auricolari e una canzone in repeat, il pensiero sospeso e il mondo fuori dalla porta di casa. Non saprei trovare terapia migliore da opporre alla routine quotidiana.

Un'ultima parola o un messaggio per i nostri lettori ?


Restate sempre golosi, è il modo migliore per non annoiarsi! ;)



Grazie Marcello Forcina per aver risposto alle nostre domande. A presto!
Articolo Pubblicato da Federica - 17/06/2014



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